Ripristino natura norma ideologica e penalizzante per la natura e la biodiversità

Il Regolamento Europeo sul ripristino della natura, uno dei punti fondamentali del Green Deal, entra in vigore da domenica, 18 Agosto. La norma impone ad ogni Stato membro di ripristinare almeno il 30% degli habitat in cattive condizioni entro il 2030. La soglia sale al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050.

“Questa normativa è fortemente ideologica, sia nel merito che nel metodo delle tempistiche con la quale è stata imposta ed approvata, senza tenere conto della realtà dei fatti. Per la Lombardia, sono certo che andranno chieste specifiche deroghe, permettendo di rendere realmente sostenibile e raggiungibile un obbiettivo che interessa tutti noi, cioè la salvaguardia della biodiversità e della natura. Scritta così, resta solo un libro dei sogni, irraggiungibile ed irrealizzabile, che penalizzerebbe fortemente la nostra regione ed i nostri interessi economici, agricoli e territoriali, danneggiando fortemente il mondo rurale lombardo, proprio perché non viene adeguatamente considerato quello che avviene nel resto del mondo. Il Governo italiano, non votando il provvedimento, ha agito nella tutela dell’interesse nazionale, specialmente quello delle nostre aree interne.

La “legge sul ripristino della natura” predica bene ma razzola male. La salvaguardia della biodiversità è obbiettivo di tutti, ma non si può ottenere senza la centralità dell’azione antropica. L’uomo è il bioregolatore per eccellenza, e deve prendersi le proprie responsabilità, non essere estromesso dal controllo dell’ambiente, come viene narrato nella favoletta ideologica rosso-verde, made in Timmermans, in cui l’opera dell’essere umano sarebbe di intralcio per “madre natura”. Dobbiamo salvaguardare la nostra cultura rurale, ed esaltare l’importanza e la funzione sociale di chi vive autenticamente il priprio ambiente. Ad esempio, gli uomini e le donne che risiedono e lavorano in montagna, come i pastori nei pascoli e negli alpeggi, che sono veri e propri custodi della biodiversità, oltre che ricoprire un ruolo fondamentale per la prevenzione del dissesto idrogeologico e la diminuzione del rischio di incendi boschivi. Il problema resta che troppo spesso parlano e pontificano solo ambientalisti da salotto che non hanno mai messo piede in un ambiente non urbanizzato e credono di tutelare l’ambiente mangiando hamburger di soia. Si ascoltino di più agricoltori, allevatori ed esponenti della cultura rurale, i quali hanno tantissimo da insegnare alla politica”.

È quanto dichiara in una nota Giacomo Zamperini, Consigliere Regionale di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Ambiente e Clima di Regione Lombardia.

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